Consigli per il mantenimento dell’impianto dentale

 

COSA SAPERE

Se hai un impianto dentale il suo mantenimento è come quello di un tuo dente naturale. Prima di ricevere un impianto dentale è consigliabile effettuare una seduta di igiene dentale professionale, per abbattere la carica batterica e avere i primi consigli su come mantenere il suo stato di salute. 

Se sei portatore di malattia parodontale e per questo hai perso il dente, l’impianto può andare incontro alla stessa patologia.

A causa della placca batterica non correttamente rimossa dai presidi d’igiene dentale utilizzati, la gengiva può andare incontro ad una infiammazione chiamata mucosite. Fortunatamente è una condizione reversibile, se precocemente diagnosticata e trattata, associata ad una accurata igiene dentale domiciliare.

Se questa infiammazione non viene tempestivamente curata, la situazione clinica peggiora, coinvolgendo non solo la gengiva ma anche l’osso che sostiene l’impianto. Questa patologia viene chiamata perimplantite, in questa fase il trattamento diventa più complesso e può impedire la stabilità dell’impianto.

Questo testimonia l’importanza delle sedute di igiene orale professionali e i periodici controlli per aiutarti a migliorare sempre di più la tua giornaliera igiene orale domiciliare. 

COSA FARE

Per ottenere la buona condizione di salute del cavo orale gli attori in gioco sono: il paziente e l’igienista dentale, che devono lavorare insieme.

Nel primo anno di vita dell’impianto è consigliabile eseguire un’igiene dentale professionale per controllare il biofilm batterico ad intervalli trimestrali, per poi personalizzarlo in base al tuo profilo di rischio, mantenendo comunque un richiamo semestrale, come suggeriscono gli studi scientifici.

L’Igienista dentale valuterà il tuo cavo orale a 360°: eseguirà un sondaggio, rivelerà la presenza della placca batterica sulle superfici ed il sanguinamento nella sede dell’impianto.

In base a questi parametri l’igienista dentale ti darà consigli personalizzati per eliminare la placca batterica.

COSA EVITARE

Non aspettare di sentire dolore o indolenzimento oppure di vedere i segni dell’infiammazione, tra cui il sanguinamento in quanto la malattia parodontale e le due malattie attorno all’impianto (mucosite e perimplantite) a volte sono silenti e non facilmente riconoscibili.

 

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Protesi parziali rimovibili

COSA SAPERE

Le protesi parziali rimovibili, più conosciute come scheletrati, o protesi scheletriche , si eseguono per sostituire alcuni denti mancanti nell’arcata dentaria. La scelta tra una protesi fissa ed una protesi parziale rimovibile dipende in larga misura dal numero, dalla posizione, dalla condizione e dalle strutture di supporto dei denti pilastro e dall’analisi degli spazi edentuli. Gli scheletrati sono costituiti da selle in resina sulle quali sono montati i denti mancanti e da un’intelaiatura metallica fusa che si aggancia ai denti residui mediante ganci, se i denti non vengono ricoperti( soluzione semplice ma non in grado di garantire un’estetica ottimale), o mediante l’utilizzo di attacchi di precisione, se i denti residui nell’arcata vengono ricoperti con corone con attacco. Gli attacchi, oltre ad essere invisibili rispetto ai ganci, garantiscono una migliore stabilità della protesi.

COSA FARE

L‘importanza di una buona Igiene delle protesi scheletrate si rende necessaria per diminuire il rischio di malattie del cavo orale quali gengiviti, carie e alitosi che sono dovute alla placca batterica e ai residui di cibo che si accumulano anche sulle protesi.

La manutenzione e l’igiene sono molto facili: basta uno spazzolino e un detergente. È necessario pulirle dopo ogni pasto, sciacquandole bene con l’acqua per eliminare i residui di cibo. Tenendo la protesi in una mano e lo spazzolino nell’altra, in un lavandino preventivamente attrezzato con un asciugamano morbido sul fondo o riempito di acqua, in modo da attutire l’urto e prevenire la rottura della protesi se dovesse cadere. Spazzolate bene tutte le superfici della resina e dei denti.

È buona norma che ogni notte, dopo averle pulite, vengano messe in una soluzione disinfettante per 5/10 minuti, in maniera da diminuire la carica batterica.

È preferibile togliere la protesi durante le ore notturne a seconda dei casi che, devono essere valutati dall’igienista e dell’odontoiatra.

I denti su cui si poggiano le protesi parzialmente rimovibili, sono ad alto rischio carie per cui è necessario sottoporli ad un’accurata igiene orale domiciliare e professionale e ai trattamenti specifici.

COSA EVITARE

Rimandare l’appuntamento di controllo dall’odontoiatra soprattutto in presenza di lesioni sulle mucose

Lasciare la protesi in bocca durante le manovre di igiene orale

Lasciare la protesi nel cavo orale se non indicato dall’odontoiatra e dall’igienista dentale.

 

 

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I cambiamenti fisiologici e patologici nell’anziano

COSA SAPERE

Con l’avanzare dell’età, una delle problematiche maggiormente diffuse è la riduzione della produzione di saliva dovuta a diversi fattori come la presenza di patologie (es diabete, sindrome di Sjogren etc) e l’assunzione di farmaci (es antidepressivi, antipertensivi etc). Questa diminuzione provoca la sensazione di “bocca secca” (xerostomia), associata a minor lubrificazione del cavo orale, bruciore alle mucose e alla lingua, percezione continua di bocca “impastata”.
Con il progredire degli anni si può assistere ad una recessione gengivale con gengive che ritirandosi scoprono parte della radice dentale. La riduzione del flusso salivare e l’esposizione radicolare aumentano la probabilità di carie (sui denti naturali e sui monconi che sorreggono le protesi fisse).
L’assunzione di farmaci incide anche sull’alterazione del gusto, ad esempio quelli per l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia e gli antidepressivi.
I denti persi per carie o malattie parodontali (mobilità dei denti) possono essere sostituiti con protesi mobili parziali provviste di ganci o attacchi (scheletrati) o protesi mobili totali. Quando possibile si eseguono riabilitazioni con protesi parziali o totali su impianti in titanio.

COSA FARE

Nel paziente anziano si verificano molti cambiamenti, talvolta anche psicologicamente rilevanti. Nella bocca si perdono i denti e si passa dalla dentatura naturale alle protesi; si diventa sempre meno autonomi nella gestione dell’igiene personale e nella cura dell’igiene orale con conseguente aumento della trascuratezza oltre che perdita della funzione masticatoria e fonetica.
È importante in questa delicata fase della vita aiutare e supportare il paziente, non solo attraverso sedute e controlli professionali da parte del proprio Igienista dentale (fondamentale in quanto figura professionale dedicata), ma anche con istruzioni adeguate impartite ai familiari e/o infermieri che supportano gli anziani nella loro quotidianità.
Solo con un programma di igiene orale personalizzato, il paziente manterrà la propria bocca in salute.
È fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici (2/3 volte l’anno secondo indicazioni personalizzate) in modo da correggere abitudini igieniche errate e mantenere denti e gengive sane per ottenere un beneficio orale e sistemico.
L’Igienista dentale può accompagnare il paziente anziano nei vari cambiamenti fisiologici e patologici che nel tempo possono verificarsi nel cavo orale.

COSA EVITARE

Il paziente anziano non deve trascurare la propria salute sia generale che orale. Entrambe sono strettamente collegate e una condizione patologica orale potrebbe riflettere direttamente sulle condizioni patologiche generali e viceversa.
Per mantenere un corretto equilibrio dovrebbe evitare:

  • abitudini viziate e nocive quali fumo, alcool e droghe
  • di trascurare l’igiene e la manutenzione delle proprie protesi mobili e fisse per evitare candidosi, carie ricorrenti ai denti naturali o ai monconi che sorreggono le protesi, ulcere o traumi da protesi incongrue.
  • di utilizzare prodotti per la propria igiene domiciliare troppo aggressivi e non indicati per la loro età (spazzolini con setole dure, dentifrici con indice di abrasività alta, scovolini o fili interdentali non adatti).
  • di affidarsi a consigli di persone che non siano dei professionisti del settore.

 

 

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Il Fumo crea dipendenza puoi smettere

COSA SAPERE

Si inizia a fumare per curiosità, per gioco, per imitare gli altri, per essere accettati o perché si pensa di poter smettere in qualunque momento. Perché si continua? Sicuramente per il senso di rilassamento che ne deriva, per ritualità (caffè-sigaretta), perché spesso si sottovalutano i danni alla salute ma soprattutto perché il fumo provoca dipendenza fisica e psicologica! La nicotina infatti, è in grado di modificare l’umore provocando sensazioni solo momentaneamente piacevoli. La sua assunzione incrementa la secrezione di neurotrasmettitori che influenzano lo stato d’animo e il comportamento, tra questi è compresa la dopamina noto come ‘’neurotrasmettitore della felicità’’. Per tornare a provare l’intensità iniziale di piacere, è necessario aumentare le concentrazioni dell’azione che lo suscita. Si scatena così il circolo vizioso della dipendenza. I primi sintomi sono legati al desiderio di fumare che tende ad aumentare di intensità dopo la prima ora dall’astensione fino al raggiungimento del picco entro le 6-24 ore. Altri segnali sono associati all’ansia, difficoltà di concentrazione, diminuzione della frequenza cardiaca, aumento dell’appetito o di peso, insonnia e depressione.

COSA FARE

Smettere di fumare non è un percorso uguale per tutti, è necessario trovare dentro di sé la giusta motivazione. Tutelare ad esempio la salute sistemica (evitare problemi cardiaci, respiratori o rischio di tumori), la salute orale (alito cattivo, ingiallimento denti, parodontite), migliorare il proprio aspetto (dita gialle e maleodoranti, labbra secche). Può essere di grande aiuto anche quantificare i soldi risparmiati immaginando eventuali alternative piacevoli (viaggi, nuovi acquisti). Attualmente esistono diverse strategie che possono aiutare a smettere di fumare, partendo proprio dalla forza di volontà fino ad arrivare alla terapia farmacologica, alle sigarette elettroniche, al sostegno psicologico, a corsi di autoipnosi e/o al supporto dei centri antifumo. Ad ogni modo per uscirne è fondamentale concentrarsi sulla meta da raggiungere e interrompere definitivamente il proprio rapporto col tabacco il più tempestivamente possibile! Come iniziare? Stabilire una data precisa in cui smettere, aumentare l’attività motoria, adottare una dieta sana, cercare di distrarsi il più possibile, magari bevendo un bicchier d’acqua o iniziando un’attività piacevole o gratificante, mantenere la gestualità della sigaretta senza accenderla, possono essere alcuni consigli pratici ed efficaci per raggiungere l’obiettivo!

COSA EVITARE

È bene sapere che nei primi quattro giorni dall’ultima sigaretta i sintomi dell’astinenza sono più intensi, tuttavia il desiderio impellente di fumare dura solo pochi minuti e si possono adottare diverse strategie per distrarsi. L’aspirante ex fumatore dovrebbe innanzitutto evitare situazioni stressanti, provare a dormire molto, usare tecniche come la respirazione profonda per cercare di controllare lo stress. Evitare persone fumatrici, allontanandosi quando fumano o chiedere loro di fumare all’aperto. Trovare distrazioni nei momenti strettamente collegati al fumo nel corso della giornata e abituarsi a risposte automatiche quando viene offerta una sigaretta: “No grazie, ma prendo un altro tè” o “No, grazie, sto cercando di smettere”. Può capitare di ricominciare a fumare, le ricadute fanno parte del percorso di cambiamento e non devono scoraggiare, ma possono essere utili per conoscere ed affrontare al meglio i momenti critici.

 

 

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Lo sbiancamento dentale

COSA SAPERE

Lo sbiancamento dentale è un trattamento odontoiatrico cosmetico, che permette di migliorare il colore dei denti naturali, rendendoli più bianchi e luminosi. Il colore dei denti è determinato dalla genetica, ma nel corso del tempo può subire alterazioni a causa di fattori come fumo alimenti, cattiva igiene orale o traumi.
Esistono principalmente due tipologie di trattamento sbiancante: professionale (o alla poltrona) o domiciliare; questi ultimi hanno mostrato essere più duraturi nel tempo.
I 2 principi attivi che caratterizzano lo sbiancamento dentale sono: perossido di idrogeno e perossido di carbammide in forma di gel. Questi, una volta a contatto con i tessuti del dente, rilasciano molecole di ossigeno che penetrano all’interno dello smalto disgregando i pigmenti responsabili delle macchie.
Con il passare del tempo le macchie torneranno naturalmente a riaggregarsi, perciò il trattamento non è definitivo ma va ripetuto nel tempo.
Una corretta Igiene orale domiciliare migliora il risultato e permette una maggiore durata del trattamento sbiancante .

COSA FARE

Per far sì che lo sbiancamento dentale abbia successo è necessario eseguire in prima battuta un’igiene orale professionale che permetta la rimozione di placca e tartaro sopra e sottogengivale, delle eventuali pigmentazioni estrinseche provocate da alimenti e/o fumo . Eventuali processi cariosi dovranno essere opportunamente trattati dall’odontoiatra prima del trattamento sbiancante.
È fondamentale farsi seguire da un professionista, Igienista dentale e/o Odontoiatra, che indicherà la tipologia di sbiancamento e le tempistiche più adeguate alla discromia presente, nel rispetto dei tessuti dentali (sbiancamento alla poltrona o domiciliare o l’associazione delle due tecniche).
Durante lo sbiancamento domiciliare sarà importante essere costanti nell’applicazione delle mascherine. Durante il trattamento potrebbe manifestarsi ipersensibilità dentinale, solitamente transitoria, che potrà essere controllata con l’utilizzo di dentifrici gel desensibilizzanti, da utilizzare prima di iniziare il trattamento o durante, secondo le indicazioni dell’Igienista dentale.

COSA EVITARE

Evitare trattamenti FAI DA TE con sostanze abrasive, bicarbonato di sodio, succo di limone o intrugli vari che corrodono lo smalto. Questi non hanno potere sbiancante, ma solo più pulente (abrasivi o con pH acido) e possono rendere la superficie porosa e quindi più ritentiva favorendo l’ulteriore formazione di macchie.
Evitare anche sbiancamenti reperibili in autonomia via internet, di cui non si conosce pH e sicurezza, con pericolo di danni a carico dei tessuti duri e molli.
Ricordiamo che la direttiva Europea 84/11 proibisce la vendita al pubblico di prodotti con concentrazioni di perossido di idrogeno superiore allo 0,1%.
Il trattamento sbiancante è sconsigliato per:
donne in gravidanza e allattamento (per precauzione), bambini, adolescenti di età inferiore ai 18 anni ( formazione dello smalto non ancora completata), pazienti con denti fortemente abrasi o erosi (presenza e/o comparsa di ipersensibilità), pazienti che assumono farmaci fotosensibilizzanti (in caso di sbiancamento professionale con luce a ultravioletti led alla poltrona).
Durante e dopo lo sbiancamento dentale è bene evitare alimenti colorati e bevande acide.

 

 

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Lo spazzolino: conosciamolo meglio

COSA SAPERE

La corretta igiene orale, attraverso il controllo e la rimozione della placca batterica, è fondamentale per preservare la salute orale e garantire stabilità di denti e gengive.
Gli strumenti di elezione per eseguire una corretta igiene orale sono: spazzolino manuale o elettrico, abbinato a strumenti interdentali (filo, scovolini ecc.).
Lo spazzolino manuale ideale dovrebbe garantire un’efficace rimozione della placca e rispettare i tessuti duri e molli. La lunghezza del manico deve essere appropriata all’età e all’abilità individuale, con manici ergonomici che offrano una presa sicura e favoriscano l’esecuzione dello spazzolamento.
La testina, priva di spigoli che potrebbero causare accidentali lesioni alle mucose, deve essere di dimensioni appropriate alla grandezza della bocca e consentire il raggiungimento di aree poco accessibili. Gli spazzolini, in costante miglioramento, hanno testine sempre più piccole con profilo piatto, a cupola, multilivello, angolato e setole (filamenti) di varie durezze (extramorbidi, morbidi, medi, duri).
Alcuni studi hanno documentato la maggiore capacità di rimozione della placca con l’impiego di spazzolini ad alta densità di filamenti.
Lo spazzolino elettrico può aiutare a migliorare la salute della bocca e non rappresenta un pericolo per denti e gengive. Consente una pulizia più approfondita aiutando a superare ostacoli come l’errata percezione del tempo di spazzolamento, l’incompleta detersione di tutte le aree delle arcate dentali e l’applicazione di una eccessiva pressione durante lo spazzolamento.
Occorrono 6 minuti con lo spazzolino manuale per rimuovere le stesse percentuali di placca che vengono rimosse in 1 minuto con lo spazzolino elettrico.
Due minuti con lo spazzolino elettrico rappresentano un tempo di spazzolamento sufficiente a garantire l’efficace rimozione della placca e il mantenimento della salute orale.

COSA FARE

  • La tecnica di spazzolamento ideale deve permettere la completa rimozione della placca da tutte le superfici, con una pressione adeguata che non provochi lesioni ai tessuti, in un lasso di tempo relativamente breve.
  • L’Igienista dentale individua la tecnica più appropriata sulla base della localizzazione della placca, della situazione anatomica e patologica, in relazione all’abilità e alla motivazione che il paziente esprime.
  • La verifica della qualità e della completezza dell’igiene orale domiciliare è possibile grazie all’utilizzo di evidenziatori di placca (compresse, gocce, ecc.) di diversi colori.
  • Per spazzolare correttamente i denti, sono necessari almeno 2 minuti, 2-3 volte al giorno.
  • Con lo spazzolino manuale procedere per quadrante, dedicando circa 60 secondi a ciascuna emiarcata (superiore destra e superiore sinistra/inferiore destra e inferiore sinistra) avanzando, per ogni versante, dai denti posteriori agli incisivi. Dato che gli spazzolini manuali non hanno un timer integrato che programma i 2 minuti, potrebbe essere utile contare i movimenti o avvalersi di un orologio o clessidra, in modo da rispettare il tempo di spazzolamento necessario.
  • Gli spazzolini elettrici con testina rotonda e movimento oscillante rotante sono progettati per pulire un dente alla volta.
  • Procedendo per quadrante (superiore destro e superiore sinistro/inferiore destro e inferiore sinistro) e avanzando dai denti posteriori agli incisivi per ogni versante (vestibolare, palatale/linguale, occlusale), lo strumento deve essere posizionato sul dente (partendo dalla gengiva con direzione gengiva-dente), lasciato agire per alcuni secondi su ogni superficie e spostato lentamente sul dente successivo. Si deve procedere per quadrante, dedicando circa 30 secondi a ciascuna emiarcata.

COSA EVITARE

  • Non utilizzare spazzolini con filamenti “duri” e preferire quelli medio-morbidi meno lesivi nei confronti dei tessuti molli e duri.
  • Un uso improprio dello spazzolino può creare sui tessuti gengivali delle recessioni, in particolare sulle superfici vestibolari di premolari e canini.
  • La frequenza e la forza di spazzolamento possono aumentare il rischio di abrasioni sullo smalto eroso e sulla dentina. Il metodo e le estremità dei filamenti appaiono irrilevanti.
  • Gli effetti dannosi sui tessuti duri e molli sono minimizzati con l’uso dello spazzolino elettrico.

 

 

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Igiene della lingua

COSA SAPERE

La lingua è un muscolo-mucoso ricoperto sul dorso da papille, piccolissime protuberanze aventi diverse funzioni e che possono assumere diverse forme.
La lingua svolge un ruolo fondamentale nella fonazione, deglutizione, articolazione del linguaggio, percezione del gusto( in quanto sede delle papille gustative) e può essere soggetta a varie patologie sia di funzione che di alterazione della flora batterica.
Può presentarsi con diversi aspetti del dorso (fissurata, liscia, tondeggiante, appuntita, biancastra, rossastra, etc) e in ogni situazione è bene individuare il tipo di strumento più adatto per detergerla.
La lingua, per l’Ayurveda e per la medicina tradizionale cinese, nel suo insieme rappresenta una componente del cavo orale a cui prestare particolare attenzione. Nella medicina tradizionale cinese l’esame della lingua diventa infatti un vero e proprio mezzo per valutare lo stato di salute generale, degli organi interni e del cavo orale.

COSA FARE

E’ importante effettuare una buona detersione della lingua per mantenere in salute il cavo orale e favorire un buon equilibrio del sistema digerente, visto che la prima digestione avviene nella bocca!
Utilizzare un nettalingua in silicone, in rame o in plastica rigida in caso di lingua regolare, liscia e con papille non alterate. In caso di lingua fissurata ( come se avesse dei tagli) o con superficie irregolare è possibile utilizzare nettalingua con piccole setole che possono raggiungere i solchi presenti.
Osservare la lingua per valutare eventuali variazioni dell’ aspetto, della forma e del colore i quali possono rappresentare degli indicatori da segnalare al proprio Igienista, odontoiatra o medico curante. Segnalare le diverse sensazioni avvertite a livello della lingua come ad esempio la
perdita del gusto come possibile indicatore di infezione da Sars-covid2.

COSA EVITARE

Non trascurare la salute della lingua, sede di importanti funzioni e primo filtro per batteri e virus che attraverso il cavo orale, fanno ingresso al nostro apparato digerente.
Evitare un’azione di detersione troppo forte ed energica per non creare lesioni alle papille e alla superficie della lingua ; utilizzare strumenti dedicati confezionati con materiali idonei e non traumatizzanti (evitare il fai da te !!).
Non eccedere in maniera ossessiva nella detersione ma agire in maniera misurata e delicata, la lingua ha un equilibrio batterico fisiologico che va mantenuto.
Evitare di lesionare la lingua con piercing, splitting ( rendere la lingua biforcuta), tatuaggi, che possono generare conseguenze non salutari per il cavo orale.
Qualora si i decida di attuare queste pratiche parlarne prima con il proprio Igienista dentale od odontoiatra di riferimento per le opportune precauzioni da adottare ed effettuarle in ambienti sanitari sicuri e sotto controllo medico.
Fumo, alcol , agenti chimici ( collutori aggressivi) andrebbero evitati per un buono stato di salute della lingua.

 

 

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Ipersensibilità dentale

COSA SAPERE

L’ipersensibilità dentinale è un dolore transitorio derivante dalla dentina esposta, nella quale si trovano i tubuli dentinali con le terminazioni nervose. Questi ultimi reagiscono a diversi fattori esterni che provocano il dolore.
I denti con recessioni gengivali molto spesso presentano sensibilità dentinale.
I siti coinvolti sono le zone cervicali dei denti vestibolari e i canini e i premolari sono i denti maggiormente colpiti da questo fenomeno.
Una alimentazione acida e la presenza di placca batterica accumulata sulle superfici delle radici provocano un effetto demineralizzante aprendo i tubuli dentinali.
Solo rimuovendo i fattori di disturbo ed eseguendo una corretta igiene dentale si va incontro alla risoluzione dell’ìpersensibilità dentinale con la scomparsa del dolore.

COSA FARE

Le prime cose da fare per tenere sotto controllo la sintomatologia sono:

  • spazzolare i denti circa 30 minuti dopo i pasti
  • utilizzare un dentifricio poco abrasivo con sostanze mirate a combattere la sensibilità dentinale per un determinato periodo senza interromperne l’utilizzo appena la sintomatologia inizia a scomparire
  • usare uno spazzolino con filamenti medio – morbidi o morbidi
  • eseguire una tecnica di spazzolamento personalizzata
  • effettuare sedute di igiene orale professionale associate ad applicazioni di gel, vernici o lacche (sali di stronzio, ossalati o fluoruri) che occludendo i tubuli dentinali aiutano a risolvere il fenomeno.

COSA EVITARE

Per prevenire il fenomeno della sensibilità dentinale è fondamentale evitare:

  • l’utilizzo di uno spazzolino con filamenti duri o usurati associati ad una tecnica di spazzolamento errato
  • l’uso di un dentifricio con un alto indice di abrasività
  • l’utilizzo scorretto del filo
  • l’assunzione frequente di cibi acidi

 

 

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Le problematiche dello smalto nell’adulto

COSA SAPERE

Lo smalto, lo strato più superficiale del dente, è composto principalmente da una componente minerale di cristalli di idrossiapatite, e da una minima percentuale di matrice organica. Il fitto intreccio di queste componenti caratterizza la durezza necessaria per sostenere la masticazione (durezza fisica), ma rende lo smalto poco resistente all’attacco dell’acido prodotto dalla fermentazione dei carboidrati, per l’azione dei batteri cariogeni. Tra i cristalli di idrossiapatite, infatti, vi sono delle porosità che permettono lo scambio di acqua e ioni mediante la saliva e questo garantisce una stabilità chimica suscettibile delle variazioni dell’ambiente orale.

Le problematiche dello smalto che interessano l’adulto possono essere classificate in pre-eruttive e post eruttive.

Le alterazioni pre-eruttive originano durante la formazione dello smalto e quindi sono presenti fin dalla comparsa del dente nel cavo orale. Possono interessare i denti permanenti ma anche i denti da latte. Un qualsiasi stimolo durante la fase di formazione dello smalto, infatti, può alterare la struttura dello stesso dando origine a delle “macchie” sulla superficie del dente differenti tra loro per dimensioni e colore (dal bianco al marrone). L’origine delle macchie non è quasi mai certa, ma può dipendere da diversi fattori: ereditarietà, terapie antibiotiche prolungate e/o ripetute, patologie croniche o acute, malnutrizione e carenze vitaminiche, intolleranze alimentari e allergie, traumi, assunzione di alcool e droghe durante la gravidanza.

Le alterazioni post-eruttive si manifestano con il passare degli anni e sono: l’erosione, l’abrasione e l’usura che si evidenziano attraverso segni di perdita dei tessuti duri del dente, minore resistenza a placca e carie, ipersensibilità dentale, discromia o alterazione del colore del dente. Queste non si manifestano quasi mai da sole, ma sono sempre associate tra loro poichè quando lo smalto perde la sua integrità diventa molto più fragile e suscettibile ad ogni stimolo sia chimico (es acido) che fisico (bruxismo, serramento, onicofagia).

EROSIONE: È la perdita progressiva e irreversibile dello smalto dentale dovuta a fattori chimici. Questa patologia è legata principalmente al tipo di alimentazione: infatti i principali responsabili dell’erosione sono le sostanze acide presenti nei cibi e nelle bevande se assunte con frequenza. Tutte le volte che si mangia o si beve qualcosa ad alto contenuto acido – ad esempio bibite gassate, alcolici, ma anche alcuni tipi di frutta e verdura – lo smalto dentale viene esposto a questi agenti aggressivi e una parte di minerale dello smalto dentale si perde. In alcuni casi l’erosione può essere legata a fattori che derivano da condizioni di salute del soggetto quali: la gravidanza (emesi gravidica), il reflusso gastroesofageo e l’ernia iatale (determinano una risalita degli acidi con conseguente azione acidogena sugli elementi dentari), la bulimia e anoressia a causa del vomito indotto, il flusso ridotto di saliva, dovuto a patologie delle ghiandole salivari o all’uso di specifici farmaci.

ABRASIONE: È il logoramento circoscritto della struttura dentale dovuto a forze meccaniche. Le principali cause sono: presenza di ganci metallici di protesi mobili, utilizzo dei “metodi della nonna” con preparati a base di bicarbonato, l’uso scorretto di spazzolini con setole dure, uso di dentifrici abrasivi, abitudini viziate.

USURA: È il risultato di un logoramento dovuto al contatto prolungato tra denti. Le principali cause sono: bruxismo, malocclusione e interferenze occlusali.

È importante sottoporsi a controlli periodici dall’Odontoiatra e dall’Igienista dentale per prevenire i danni dei tessuti duri del dente e gestirne gli effetti.

COSA FARE

  • È importante intercettare le alterazioni precocemente in modo da monitorare il loro sviluppo ed evitare che si trasformino in carie;
  • Usare prodotti remineralizzanti (dentifrici, mousse) a base di microrepair o fluoruri per migliorare la qualità dello smalto prevenendo anche fastidi come la sensibilità;
  • Prediligere l’uso dello spazzolino elettrico o manuale con setole morbide;
  • Cambiare il proprio stile di vita partendo dall’alimentazione;
  • Usare la cannuccia se si assumono bevande gassate per evitare il diretto contatto del liquido con lo smalto;
  • Sciacquare la bocca con acqua o con una soluzione salina e posporre lo spazzolamento in caso di episodi di vomito;
  • Usare sostituti salivari in caso di ridotta salivazione;
  • Valutare con il proprio igienista e/o odontoiatra quale approccio prediligere per migliorare l’aspetto estetico della “macchia” attraverso terapie remineralizzanti in studio e/o a casa, sbiancamento dentale o utilizzo di resine infiltranti.

In caso di USURA è importante:

  • trattare le malocclusioni, i precontatti occlusali, le parafunzioni, attraverso l’utilizzo di specifici bite secondo le indicazioni dell’odontoiatra;
  • programmare controlli gnatologici e ortodontici frequenti.

COSA EVITARE

  • È sconsigliato l’utilizzo di dentifrici e paste abrasive
  • È importante evitare spazzolini con filamenti duri, manovre di spazzolamento aggressive, dentifrici troppo abrasivi o rimedi casalinghi
  • Controllare l’assunzione di cibi e bevande acide e potenzialmente cariogene come succhi di frutta, agrumi, bibite gassate e zuccherate
  • Evitare fumo e alcool
  • Eliminare le abitudini scorrette come l’onicofagia o situazioni di stress emotivo (concausa del bruxismo)
  • Evitare o posticipare il trattamento di malocclusioni o di riabilitazione protesiche necessarie

 

 

 

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Piercing e cavo orale

COSE DA SAPERE

Se stai pensando di fare un piercing nel cavo orale, lingua o zona periorale, è importante conoscere gli eventuali rischi che puoi correre a breve e a lungo termine per questi motivi l’odontoiatra e l’igienista ne sconsigliano l’applicazione . Il piercing è una pratica estetica che prevede l’inserimento di un monile metallico anallergico, attraverso l’esecuzione di un foro, con un ago sterile, spesso senza anestesia.
I rischi che corri a breve termine ossia dopo l’intervento sono:

  • Sanguinamento ed emorragia in sede del piercing soprattutto nelle zone più vascolarizzate come la lingua
  • Dolore e gonfiore o reazioni allergiche
  • Esposizioni al rischio di infezioni sistemiche come l’epatite B, C, l’HIV, Herpes, ecc.
  • Infezioni batteriche locali e sistemiche (endocardite batterica).

I rischi che corri a lungo termine sono:

  • Maggiore formazione di placca e tartaro sui denti in prossimità del piercing
  • Danni alle mucose e alle gengive con recessione gengivale ed esposizione radicolare dei denti
  • Aumento del rischio di carie, sensibilità dentinale, spostamenti, abrasioni e/o rotture dei denti.

COSE DA FARE

Per fare una scelta più consapevole chiedi consiglio al tuo Igienista dentale e/o all’Odontoiatra.

  • Informati bene sui rischi che puoi correre.
  • Rivolgiti a personale qualificato e che adotti tutte le procedure adeguate di sterilizzazione e disinfezione
  • Mantieni una buona igiene orale
  • Dopo l’intervento segui per qualche giorno una dieta liquida e morbida
  • Utilizza un collutorio alla clorexidina 0,20% 2 o 3 volta al giorno per 10 giorni
  • Applica un gel alla clorexidina sulle superfici del piercing.

Se hai già un piercing :

  • Rimuovilo per pulirlo con una garza o uno spazzolino morbido
  • Mantieni una corretta igiene orale
  • Controlla periodicamente i denti e le gengive in prossimità del piercing.
  • Fai l’igiene dei denti professionale periodicamente.

COSE DA EVITARE

Dopo l’intervento e nei giorni successivi:

  • Evita l’assunzione di alcool e/o cibi duri e piccanti
  • Non fumare
  • Non sottovalutare segni e sintomi come lesioni/ gonfiore /sanguinamento ed eventualmente rivolgiti tempestivamente al tuo medico o al Pronto Soccorso.

Se porti già un piercing:

  • Non mordicchiarlo perché rischi di scheggiare i denti (se posizionato sulla lingua), o di creare delle recessioni gengivali (se posizionato sui frenuli o sulle labbra).
  • Non trascurare l’igiene dei tuoi denti e del tuo piercing

 

 

 

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