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AIDI E UNID IN SENATO

di Paola Bilanzone

Il mondo della politica ha aperto le porte in maniera significativa agli igienisti dentali italiani con il I Congresso politico istituzionale, svoltosi nella sala Capitolare del Senato della Repubblica, a Roma, il 24 marzo 2017. I membri del Consiglio direttivo dell’AIDI e dell’UNID hanno contattato e incontrato senatori, ministri ed onorevoli attenti e sensibili alle diverse istanze degli operatori sanitari. In attesa che la Camera riesamini il disegno di legge C 3868 per il riordino delle professioni sanitarie e la tutela della salute dei cittadini in materia di abusivismo professionale, è stata sancita col Congresso un’unione di intenti tra le due associazioni rappresentative presso il Ministero della Salute, per sostenere e salvaguardare la nostra giovane professione.

A moderare l’incontro la dott.ssa Antonella Abbinante, presidente AIDI e il dott. Maurizio Luperini, presidente UNID.

Tra le tematiche discusse: istituzione di Albi e Ordini delle Professioni sanitarie, DDL Responsabilità professionale, inserimento della figura dell’igienista dentale nel pubblico, aggiornamento professionale col sistema ECM, contratto di lavoro, lotta all’abusivismo professionale.

Il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, della Commissione Igiene e Sanità del Senato, ha evidenziato l’importanza di puntare a normative snelle per evitare che la terza lettura della Camera non dia risultati infruttuosi, nell’ottica di una creazione di Ordini che non siano vissuti come organismi sindacali ma con una funzione moderna. Albi con valenza pubblicistica per garantire il bene della comunità e per intensificare le attività di vigilanza e controllo sulla professione. Dal Decreto 137 del ’99 che riconobbe la figura dell’igienista dentale come professione sanitaria si ha finalmente una percezione rafforzata della figura e della sua rilevanza sociale, nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute.

Interessanti gli spunti di riflessione offerti dal Dottor Lionello Cosentino, già senatore nella precedente legislatura, che si è interrogato sulle forti resistenze che da sempre esistono in Parlamento e sulle pagine di giornali e riviste, verso ogni forma di riconoscimento di tutela professionale che è, invece, da intendersi unicamente come esigenza di tutela degli utenti a garanzia della qualità e della sicurezza dei cittadini. Lo sviluppo e l’entusiasmo legato alla liberalizzazione del mercato del lavoro potrebbero creare problemi insormontabili, esponendo ai rischi di professioni non qualificate, rischio che un’adeguata politica di tutela delle qualità professionali potrebbe facilmente arginare.

Ad aver respirato il grande entusiasmo da parte degli igienisti dentali italiani nel delineare un futuro con punti fermi per la professione, il dott. Antonio Bortone, presidente CONAPS, Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie che in chiave non troppo ottimistica, perché protagonista da sempre di un’odissea infinita, ha comunque ancora una volta auspicato il buon esito del riordino delle professioni sanitarie.

Il Ministro Beatrice Lorenzin, del Ministero della Salute, non ha potuto partecipare al Congresso ma ha inviato un saluto all’auditorio , con l’auspicio che i lavori parlamentari che coinvolgono il disegno di legge 3868 si concludano in tempi brevi, per garantire la “giusta serenità nell’esercizio della propria attività a tutela del buon funzionamento del sistema sanitario”. Dal comunicato della senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, è emerso un tema importante: il tema della dignità professionale, del lungo cammino formativo e della necessità di rendere autonoma la professione. L’Albo degli igienisti dentali con le altre professioni sanitarie, sarà collocato all’interno dell’ordine quadro dei tecnici di radiologia medica. Dati i numeri esigui, non si può dar vita ad un ordine autonomo, ma per riconoscere la professione è importante che essa sia collocata in un ordine. L’esperto delle professioni sanitarie, Francesco Saverio Proia, ha ricordato che il DDL Lorenzin riguarda, oltre un milione di professionisti, dal medico al podologo, igienisti dentali inclusi.

In tema di sistema ECM, il dott. Sergio Bovenga, del CoGeAPS, Consorzio Gestione Anagrafiche Professioni Sanitarie, ha evidenziato come la qualità delle prestazioni sia strettamente legata alla qualità della formazione che deve essere tirata fuori dalla logica dei punti per farla entrare in quella di uno sviluppo di formazione continua. Un’intelaiatura di percorsi formativi che rispecchi le reali esigenze e necessità delle professioni, più che gli aspetti formali, eviterebbe anche il turismo formativo all’estero. Attualmente coloro i quali non sono iscritti ad un’associazione non sono monitorati dal punto di vista formativo. Da qui l’esigenza di un Albo.

Il Ten. Col. Erasmo Fontana, Comandante del gruppo CC per la Tutela della Salute di Roma, ha minuziosamente spiegato i meccanismi d’azione dei NAS, mostrando i dati dell’abusivismo in Italia in ambito delle professioni sanitarie: 937 casi segnalati nel 2013 contro i 507 del 2016. Dai risultati conseguiti nell’attività di contrasto svolta dai NAS, nel 2013 si registravano 297 casi di esercizio abusivo alla voce Odontoiatri, in cui rientrano anche gli igienisti dentali, contro i 136 del 2016. In Italia esistono 33 nuclei NAS, organo che lavora su attivazione del Ministero della Salute e della Polizia giudiziaria. Questi vigilano sulla tutela della salute pubblica, in tema di somministrazione di farmaci, abusivismo, doping. All’interno di un meta-sistema tra la segnalazione del cittadino e il Ministero della Salute, vengono avviate le ispezioni dei NAS con funzione preventiva e come canale di segnalazione delle diverse condotte lavorative in una sorta di osmosi info-operativa. Conoscere i processi operativi di vigilanza è una rassicurazione per i professionisti sanitari che studiano seriamente, si aggiornano ed esercitano la propria attività con dedizione.

Il vasto capitolo sull’abusivismo professionale è stato approfondito dagli avvocati delle due associazioni promotrici dell’iniziativa in Senato. “Conta tanto la voglia di metterci la faccia, il coraggio di parlare. Attraverso il sito AIDI possono essere inviate segnalazioni che poi dovranno essere circostanziate per arrivare ad un esposto a doppia firma – ha precisato l’avv. Fabrizio Mastro, dell’AIDI. Una brutta vicenda, in tema di abusivismo, è stata raccontata dall’avv. Micaela Cardillo, dell’UNID: alcuni odontoiatri della provincia di Bolzano inviavano le proprie assistenti alla poltrona in Austria e, a fronte di una decina di lezioni, conseguivano il riconoscimento di assistenti alla profilassi sul territorio austriaco. Rientrate in Italia poi, svolgevano appieno l’attività abusiva di igienista dentale. Dopo sette anni di monitoraggio, a seguito di segnalazione da parte dell’associazione, è stata inviata dall’Ordine dei Medici e Chirurghi una lettera di richiamo ai propri associati per prestare attenzione a questi tipi di percorsi formativi non riconosciuti in Italia.

Si deve combattere l’abusivismo, in primis, sotto l’aspetto culturale. La figura dell’igienista dentale viene spesso ancora sovrapposta a quella dell’assistente alla poltrona. Il tema della prevenzione è da affrontare seriamente” – ha aggiunto Fausto Fiorile, presidente AIO. Le pene sull’abusivismo devono essere inasprite, secondo Gianfranco Prada, presidente ANDI, che ha anche evidenziato l’importanza di una vera e proficua sinergia professionale tra odontoiatra e igienista dentale.

L’On. Benedetto Fucci, membro della XII Commissione Affari Sociali, attraverso un messaggio ha espresso alcune brevi valutazioni sulla recente Legge n. 24 del 2017 in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie, esprimendo soddisfazione per gli obiettivi e per l’impianto del provvedimento che interviene sulla gestione del rischio clinico, sulla natura della responsabilità del professionista, sul tentativo obbligatorio di conciliazione, sulle tutele assicurative, sul Fondo di garanzia per i danni derivanti da responsabilità sanitaria, sulle Linee guida elaborate dalle società scientifiche, sulla disciplina relativa ai consulenti dei tribunali. A tal proposito L’avv. Fabrizio Mastro, dell’AIDI, ha affrontato il discorso dell’obbligo assicurativo a carico del professionista che svolge la propria professione al di fuori di una delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private o che presti la propria opera all’interno della stessa in regime libero-professionale ovvero che si avvalga della stessa nell’adempimento della propria obbligazione contrattuale assunta con il paziente, per i rischi derivanti dalla propria attività.

Il prof. Mario Giannoni, presidente dei Corsi di Studio in Igiene Dentale, ha rimarcato la grande responsabilità che vi è dietro la formazione delle figure professionali, in un momento storico in cui ancora la Sanità italiana non impiega molte risorse economiche nella prevenzione, provocando dei rallentamenti importanti per il fiorire della stessa. Parallelamente esistono numerosi ospedali sul territorio nazionale, come in Friuli Venezia Giulia, dove esistono progetti di prevenzione che valorizzano la figura dell’igienista dentale. Il Prof Giannoni ha infine sottolineato come non si possano avere corsi di laurea professionalizzanti in assenza di docenti dello specifico profilo professionale . La Dott.ssa Saiani, nel suo comunicato ha evidenziato l’impegno della Conferenza Permanente delle Lauree Sanitarie da lei presieduta, per l’inserimento tra i requisiti minimi di un corso di laurea, di un docente universitario strutturato appartenente alla professione e per il riordino dei settori scientifico disciplinari. Nei prossimi mesi il Consiglio Nazionale Universitario (C.U.N.) dovrebbe aprire un tavolo di revisione degli attuali settori e la Conferenza, in collaborazione con la Commissione Nazionale dei Corsi di laurea in Igiene Dentale, ha elaborato una proposta che preveda un unico settore disciplinare contenente le declaratorie del profilo specifico di ciascuna professione sanitaria.

La dott.ssa Barbara Ottaviani, dirigente MIUR, ha parlato dell’ Osservatorio delle Professioni Sanitarie riattivato nel 2016, con l’intento di assicurare una qualità alta della formazione. Vi è, in tale percorso, l’esigenza di rivedere anche i Master professionalizzanti che devono essere impartiti solo in atenei sedi di corsi di laurea di Medicina. “Bisogna prestare attenzione agli sbocchi lavorativi proposti da università on line. Traggono in inganno. Le lauree on line, infatti, non possono essere convalidate a livello sanitario” – ha aggiunto la Ottaviani che, nel corso del proprio intervento, ha parlato del riconoscimento delle lauree conseguite all’estero, da valutare singolarmente sulla base dei percorsi formativi seguiti e con una rigida prassi di integrazione formativa sul territorio nazionale.

Il dott. Angelo Mastrillo, dell’Osservatorio Nazionale PP.SS., si è soffermato sullo sviluppo della professione, decisamente in crescita. Secondo i dati Almalaurea che saranno presentati ad aprile presso l’Università degli Studi di Parma, il 90% dei neolaureati trova uno sbocco lavorativo ad un anno dalla fine del percorso universitario. Ci sono vari punti gestazionali da incrementare, tra cui un personale tecnico che si occupi della proclamazione dei posti accademici in linea con i bisogni del territorio.

Infine tra i temi trattati, ha suscitato interesse e dibattito, lo Statuto Del Lavoro Autonomo il cui iter parlamentare sembra essere giunto alle battute finali, come da rassicurazioni ricevute in uno scritto dall’onorevole Franca Biondelli del Ministero del lavoro e delle politiche sociali . Il DDL, recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale , contiene disposizioni che prendono in considerazione le “criticità” del lavoro autonomo nei rapporti con clienti che rivestano una posizione dominante o in caso di partecipazione a gare di appalto e che garantiscono maggiori tutele previdenziali a favore degli iscritti alla Gestione separata del lavoro autonomo.

Il I Congresso politico istituzionale è stato sicuramente un momento importante per mettere a fuoco i punti salienti contenuti nel disegno di legge C3868, un provvedimento complesso che presenta numerose previsioni positive per i professionisti del settore sanitario.

Un grande ringraziamento va a tutti i membri del Consiglio direttivo AIDI, che si impegnano alacremente per far riconoscere la rilevanza sociale della nostra professione.

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Abusivismo odontoiatrico

La Sen. Boldi presenta un emendamento ad una legge che modifica l’Art. 348 del C.P.

Inasprire le pene per abusivi e prestanome è uno degli obiettivi “storici” di ANDI. La battaglia, vinta, per fare inserire uno specifico articolo nel Ddl Salute presentato dal Ministro Fazio ed approvato dal Senato ne è la prova. Purtroppo il cambio di Governo ha bloccato il Ddl in Commissione alla Camera e per ora, nonostante le tante sollecitazioni di ANDI, non sembra esserci la volontà di continuarne la discussione.

Ma un altro provvedimento in discussione in Parlamento potrebbe riuscire a modificare l’art. 348 del Codice Penale, inasprendo le pene per chi esercita abusivamente una professione, ed è quello presentato dall’On. Franco Cardiello (Pdl) che è approdato in aprile in Aula alla Camera per la discussione, ma è stato rinviato dall’assemblea nuovamente in Commissione.

L’art. 1 del provvedimento così recita:
L’articolo 348 del codice penale è sostituito dal seguente: «Art. 348. – (Abusivo esercizio di una professione). – Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000. In caso di condanna, è altresì disposta l’immediata confisca dell’immobile adibito all’abusivo esercizio della professione e dei beni ad esso pertinenti».

Durante la discussione parlamentare la senatrice Rossana Boldi (Lnp), dentista piemontese socio ANDI, è riuscita a fare approvare un emendamento che inasprisce le pene per abusivi e prestanome in linea con quanto ANDI aveva fatto inserire nel Ddl Salute.

Questo l’emendamento approvato: Al comma 1, capoverso «Art. 348», dopo il primo comma, inserire il seguente: «In caso di condanna per l’esercizio abusivo di una professione sanitaria, il giudice, oltre alla pena prevista dal primo comma, ordina la confisca delle attrezzature, di ogni altro bene o strumento utilizzati, a qualsiasi titolo, per tentare o consumare il reato. La confisca si applica anche all’esercente la professione sanitaria che abbia prestato il proprio nome allo scopo di permettere il tentativo o la consumazione del reato. Della sentenza di condanna è data comunicazione all’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri».

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