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Localized Necrotic Ulceration Gingivitis, in Orthodontic Patient, Treated with Non- Surgical Periodontal Therapy and with Probiotics

Negli ultimi anni i pazienti con resistenza alle terapie antimicrobiche sono aumentati in maniera esponenziale.
L’articolo riporta un caso di GUNA, gengivite ulcero-necrotizzante acuta, refrattaria trattata con successo con terapia parodontale non chirurgica e con probiotici topici.

Il consiglio viene dalle socie Antonia Sinesi e Giovanna Mosaico, coautrici dell’articolo.
Mosaico Sinesi GUNA

Periodontal complications with obesity

ABSTRACT
Parodontite e obesità.
Questa revisione indaga e discute le complicanze parodontali con l’obesità ricordando che la
parodontite e l’obesità sono entrambe classificate come malattie infiammatorie croniche non
trasmissibili. Dal 2010, la parodontite è citata come la sesta condizione cronica più diffusa a livello globale; obesità e sovrappeso sono condizioni molto diffuse che colpiscono il 52% della
popolazione mondiale.
La fisiopatologia dell’obesità si è evoluta negli ultimi decenni e l’infiammazione cronica, piuttosto
che il semplice carico meccanico, ne determina la morbilità.
Questa meta-revisione riassume gli aspetti dell’evidenza esistente relativi al possibile impatto
dell’obesità sulle condizioni parodontali.

Risultati:
Il grasso non è solo una riserva, ma deve essere considerato come un elemento funzionale, deve
essere considerato come un ORGANO ENDOCRINO. Il tessuto adiposo infatti non è passivo, fa
parte del sistema endocrino che interagisce con tutto il resto del corpo. Il tessuto adiposo rilascia
citochine e chemochine ed è quindi in grado di creare una reazione infiammatoria. Il grasso
viscerale è quello che è maggiormente implicato nell’attivare le risposte infiammatorie del nostro
organismo.
All’interno delle cellule contenenti grasso si verificano varie condizioni tra cui la secrezione di
citochine pro-infiammatorie che contribuiscono allo stress ossidativo e alla resistenza insulinica. Si verifica un’alterazione del microbioma della bocca e della gola e il Rilascio di proteina c reattiva.
Tutto questo comporta l’attivazione di uno stato pro-infiammatorio dell’ospite.
È stato validato, dall’articolo, come all’aumentare di un’unità del BMI aumenta la percentuale di
sanguinamento al sondaggio e di percentuale di tasche nel nostro paziente parodontale. I pazienti obesi respirano molto spesso con la bocca aperta e presentano grasso sulle guance e sulla lingua.
Da ricordare che il grasso sulla lingua è correlato al grasso addominale. I pazienti obesi quindi
hanno problematiche nelle normali manovre di igiene orale, spesso si mordono le guance, hanno
una ridotta funzione masticatoria e hanno meno forze occlusali.

CONCLUSIONI:
In conclusione, i risultati presentati in questa meta-revisione supportano il concetto di obesità
come fattore che contribuisce alle complicanze parodontali. In particolare, le revisioni sistematiche incluse forniscono l’evidenza di un’associazione tra sovrappeso/obesità e la prevalenza, l’estensione e la gravità delle malattie parodontali e la risposta al trattamento in tutte le fasce di età. Nel contesto di modelli medici personalizzati e predittivi che sottolineano l’importanza della valutazione del rischio, i risultati suggeriscono che gli odontoiatri dovrebbero considerare la valutazione dell’indice di massa corporea come parte della pratica quotidiana e come un mezzo per valutare i pazienti, con l’intento di individuare strategie preventive e terapeutiche. Inoltre, la valutazione e la discussione del rischio associato al sovrappeso/obesità servono ad aumentare la consapevolezza del paziente sull’obesità come malattia cronica e grave condizione di salute.
Sebbene manchino le prove per fornire ai medici linee guida specifiche per la gestione delle
malattie parodontali in soggetti sovrappeso e obesi, è importante prendere consapevolezza del
potenziale aumento del rischio di complicanze parodontali. Allo stesso modo, i medici esperti in
obesità devono essere consapevoli dell’aumento del rischio di complicanze parodontali nei loro
pazienti.
Questa meta-revisione evidenzia l’importanza della valutazione del rischio come parte
essenziale della cura del paziente. Questo concetto si basa sul concetto dell’attuale
consapevolezza che la parodontite è una malattia cronica multifattoriale con una suscettibilità che
varia da un individuo all’altro.
Nel contesto del sovrappeso e dell’obesità, il primo passo potrebbe essere quello di
incorporare nella pratica quotidiana, come parte della valutazione del rischio, registrazioni
dell’altezza e del peso (con successivo calcolo dell’indice di massa corporea).

Fonte: Periodontology 2000.

Articolo consigliato dalla socia Sofia Drivas.

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EMOFORM GLIC®: UN AIUTO CONTRO LO STRESS OSSIDATIVO

Studi scientifici hanno evidenziato lo stretto legame tra diabete e parodontite eppure ancora in pochi sono pienamente consapevoli del legame tra diabete e salute orale.
Tra le conseguenze più comuni con cui i soggetti diabetici devono fare i conti vi sono: secchezza della bocca, alitosi, ulcere della mucosa, sanguinamenti, retrazioni gengivali e perdita di denti.

Il diabete aumenta il rischio della parodontite, tanto da esserne definita la sesta complicanza, mentre la parodontite agisce negativamente sul diabete.
La perdita di elementi dentali viene vista dal paziente come una conseguenza meno invalidante rispetto alle altre complicanze e quindi, nella maggior parte dei casi, il soggetto diabetico tende a dedicarci minore attenzione. È stato invece dimostrato come intervenire sulla parodontite, cominciando a gestirla, può avere effetti positivi sul controllo del diabete.

Nello sviluppo delle patologie orali come la parodontite e sistemiche come il diabete, lo stress ossidativo gioca un ruolo importante. Causato da un eccessivo rilascio di radicali liberi e/o da una riduzione degli agenti antiossidanti, lo stress ossidativo può essere un fattore attivo sia nell’eziologia che nell’evoluzione di malattie infiammatorie come diabete e parodontite. Monitorare lo stress ossidativo può significare prevenire future gravi complicazioni.

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